La pandemia che stiamo affrontando ha portato nelle nostre vite non solo una grande crisi economica, ma ha stravolto la quotidianità delle nostre famiglie. Sin dal momento in cui siamo stati confinati nelle nostre abitazioni ci siamo trovati costretti ad affrontare un nuovo tipo di vita, decisamente meno libera e condizionata dall’ansia costante dell’aumento dei contagi e ridimensionata dal punto di vista domestico, che fino a quel momento è stato per noi una piccola parte della nostra vita mentre dopo il 21 febbraio 2020 è diventato tutto quello che avevamo, 24 ore su 24.
Sicuramente per qualcuno il lockdown non è stato niente di traumatico o addirittura ha portato un’opportunità di riscoperta, ma per molti altri adattarsi è stato davvero complesso se non impossibile. I grandi livelli di stress durante la quarantena sono stati aumentati dalla perdita delle abitudini e dei ritmi che di solito ci aiutano a tenere tutto sotto controllo, a mantenere la calma. Il tutto aggravato da un pizzico di problematiche economiche. Ma abbiamo mai pensato cosa abbia scatenato nella piccola mente dei nostri figli tutto questo ambaradan di abitudini stravolte e di regole che nella loro testolina non trovano un senso?
I bambini, per quanto possano essere intelligenti, non sempre sono in grado di esternare tutte le loro sensazioni e soprattutto i loro malesseri. Anche se ai nostri occhi non sembrano essere stati duramente colpiti dalle conseguenze psicologiche della pandemia (come al contrario potrebbero essere stati colpiti gli adulti) in realtà anche loro ne hanno sofferto. Uno studio molto approfondito dell’ospedale pediatrico Gaslini ha dimostrato che il 60% dei bambini ha riscontrato conseguenze psico-fisiche dopo il lockdown, indipendentemente dallo stato sociale e psicologico precedente all’emergenza.
Tutte le conseguenze variano a seconda dell’età dei bambini, che grazie alla loro maturità affrontano la situazione in modo più consapevole quando sono più grandi. Ma per tutti ragazzi sotto i 18 anni e prima dei 6 sono state registrate conseguenze:
In particolare la mancanza di sonno ha creato in tutte le fasi una specie di Jet-Lag da quarantena, il quale ha stravolto gli orari di sonno ed attività e che ha causato una grande instabilità emotiva con relativi sbalzi d’umore.
Non sto cercando di attribuire la responsabilità del malessere dei bambini ai genitori o al sistema, ma voglio mettervi davanti a quella che è l’evidenza: i bambini sono il nostro specchio, il nostro stato d’animo è una parte fondamentale delle loro emozioni. Durante la quarantena i piccoli che hanno riscontrato più difficoltà nel mantenere i giusti comportamenti sono quelli che si sono ritrovati chiusi in casa con genitori gravemente colpiti dalle conseguenze psichiche del Covid.
Più i genitori saranno tendenti ai disturbi d’ansia o dall’assunzione di psicofarmaci più i bambini rifletteranno le loro difficoltà, soprattutto quando queste sono legate alla vita familiare piuttosto che alla sfera del lavoro, per cui entriamo nell’ottica che aiutare noi stessi significa aiutare i nostri figli.
Non deve esserci imbarazzo nell’ammettere di aver bisogno di una mano, ch può sempre essere data dagli psicologi oltre che dalla nostra famiglia. La terapia psicologica può aiutare noi ed i nostri fili ad affrontare queste e mille altre difficoltà in modo sano e senza troppe ripercussioni. Se vi preoccupate per i costi che questa scelta comporta state tranquilli, ogni giorno nascono alternative gratuite presso i consultori, gli ospedali e le scuole (oltre che online), presso le quali potrete trovare conforto senza dover sborsare centinaia di euro.
Noi ci impegniamo, ci sforziamo, ma per quanto possiamo tentare di cancellare le tristi conseguenze della quarantena ci troviamo ancora circondati dall’emergenza e l’idea di un nuovo lockdown ci attanaglia, e ci vede impotenti. I bimbi sono a casa, anche gli adolescenti, e dopo un’estate di divertimento che ci ha fatto assaggiare un poco di normalità sembra che una nube di noia ci stia di nuovo travolgendo.
Eppure sta volta siamo preparati, sappiamo bene a cosa andiamo in contro, ma come possiamo permettere ai nostri bambini di vivere al meglio questo brutto periodo? Vi consiglio nell’articolo a questo link qualche piccola attività che ho svolto con i miei figli durane questi mesi, grazie alle quali loro non hanno sentito troppo la mancanza della loro vita prima del Covid, ed io sapendoli sereni ho potuto reimparare a gestirmi e a gestire la mia vita familiare senza sensi di colpa.
Ed è questo che più ci ha spaventato tra febbraio e maggio: il senso di colpa. Nella nostra mente sono nati migliaia di interrogativi sui nostri bambini, il modo di gestirli, se quello che facevamo fosse abbastanza e se non è stato abbastanza allora, facciamo in modo che lo sia adesso. Sin dal momento in cui diventiamo genitori la nostra vita gira e rigira attorno ai nostri figli, ma non dobbiamo dimenticarci che la loro gira attorno a noi, a quello che siamo e a quello che gli permettiamo di essere.
La libertà non è poter andare a scuola, o al parco, la libertà è essere come si vuole in qualsiasi contesto, anche tra le mura di casa. Vi assicuro che per loro poter star più tempo con noi, tra giochi e coccole, non sarà mai una cosa negativa, l’importante è capire e capirsi per riuscire ad essere davanti ai loro occhi la versione migliore di noi stessi.
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